CAI DI FIUME

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aeneus
view post Posted on 10/9/2008, 20:44




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La Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano

Siamo quasi alla fine del XIX secolo, e Fiume è una città più bella e vivace che mai. Porto importantissimo dell’Ungheria, sotto la cui amministrazione è posta dal 1870, che le riconosce il diritto al libero uso della lingua italiana. La sua unione all’Italia – dopo vicissitudini varie – avviene nel 1924. Il Club Alpino Fiumano nasce il 12 gennaio 1885 per merito dell’architetto viennese Ferdinand Brodbeck. Il suo statuto riceve l'approvazione del Regio Governo Ungherese. Il 15 maggio 1902 esce il primo numero di Liburnia, organo ancor oggi della Sezione, pur con una lunga pausa, imposta nel 1930 dalla Sede centrale del CAI che durò - a causa anche degli eventi bellici - fino al 1963.
Nel 1919, accogliendo la domanda del CAF, il Congresso generale del CAI ne sanzionò l'adesione quale Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano, quando la città non era stata ancora annessa al Regno d'Italia.
La Sezione era proprietaria di sei rifugi sul Lìsina, l'Alpe Grande, il Monte Oscale e il Monte Nevoso. Nel 1924 si costituì in Sezione il "Gruppo sciatori Monte Nevoso".
Il presidente del dopoguerra è Guido Depoli, che col figlio Aldo impronterà di sé un lungo periodo di vita della Sezione. Fu l’autore con Egisto Rossi della “Guida di Fiume e dei suoi monti” del 1913.
Scoppia la seconda guerra mondiale e con l’esodo forzato da Fiume, Pola e la Dalmazia, anche il CAI Fiumano intraprende la strada dell’esilio. Nel febbraio 1949, due anni dopo il Trattato di pace, sul Bondone c’è il primo Raduno, con 100 partecipanti, nel corso del quale la decisione di ricostituirsi a Sezione diventa realtà. Il merito maggiore va alla SAT e a Mario Smadelli, trentino, ufficiale degli alpini. Primo Presidente, dopo la diaspora e la ricostituzione, fu Gino Flaibani, il cui nome ritroviamo in un sentiero sul Pelmo. La SAT assisterà questa ripresa, accogliendo i Fiumani come sottosezione, finché nel 1953 il Consiglio Centrale del CAI riconoscerà alla Sezione di Fiume tutta la sua storia ed i suoi diritti.
Dopo la morte, nel 1960, di Flaibani la presidenza passa al prof. Arturo Dalmartello, ordinario di diritto commerciale alla Cattolica di Milano, la cui attività alpinistica ha lasciato tracce significative nella Guida dei Monti d’Italia, specie delle Dolomiti. Nel 1937 durante un corso estivo di alpinismo giovanile Aldo Depoli “scopre” la malga Durona, all’ombra del Pelmo, e nel 1964 questa malga, ricostruita dopo la guerra, viene trasformata nel Rifugio “Città di Fiume”. Il rifugio s’inaugura il 20 settembre 1964 alla presenza del Presidente Generale CAI avv. Virginio Bertinelli. I primi gestori, dal 1964 al 1981, sono Lino e Livia Del Zenero di Pescul. Nel 1976 diventa presidente Aldo Innocente, che avrà l’onore di celebrare - nel 1985 - il centenario della Sezione con importanti pubblicazioni ed il restauro della vedetta Liburnia sul Carso. Gli succedono Sandro Silvano e quindi Dino Gigante, durante la cui presidenza negli anni 2005-2006 vengono avviati e conclusi i lavori per il restauro, ormai improrogabile, del rifugio, che – in occasione del 56° Raduno - viene inaugurato una seconda volta il 10 giugno 2007, presenti circa 400 persone. Davanti al Rifugio, accanto al tricolore italiano, sventola la bandiera cittadina col motto “Indeficienter”, inesauribile speranza.
E adesso? La Sezione sta mutando: sempre più soci sono Fiumani d’elezione anziché di origine. Il loro numero (attualmente sono 379) sta di nuovo crescendo, sotto l’impulso del presidente prof. Tomaso Millevoi, eminente matematico, istriano di Albona. Segno che la Sezione riesce ad attuare la missione che si è data, riassunta nelle tre “a”: attrarre, accogliere, amalgamare, come sapeva fare la sua amata città della memoria.
Silvana Rovis

FONTE http://www.caifiume.eu/
 
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aeneus
view post Posted on 20/11/2008, 09:13




il rifugio Città di Fiume

Ricavato dalla antica Malga Durona ed inaugurato il 20 settembre 1964, il suo nome ricorda da un quarantennio i fiumani in esilio.
La malga si identifica con la tipologia delle abitazioni delle valli dolomitiche e cioè con la pietra reperita sul posto, nella parte basale e con il legno nella parte superiore, tetto compreso.
Particolare quasi unico, sul territorio citato, sono i tre vani ad arco significativi in costruzioni coeve in ambienti destinati esclusivamente a stalla. Risulta che la Durona fosse al servizio di attività pastorali (ovini) ed originariamente risalente all’anno 1600 circa, mentre era già indicata nella
carta topografica del Regno Lombardo - Veneto dell’anno 1833.
L’attuale volumetria è da far risalire al 1924 anno nel quale, in montagna, sono stati realizzati numerosi rifacimenti post-bellici. Un'ulteriore trasformazione interna è stata attuata nell’anno 1964 con il cambio di destinazione d’uso da Malga a Rifugio e nel 2005 con i recenti lavori di adeguamento strutturale e funzionale che ne hanno comunque valorizzato la peculiarità architettonica e lo stile semplice e funzionale delle strutture d’alta quota.
fonte http://www.rifugiocittadifiume.it
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aeneus
view post Posted on 15/1/2011, 19:50




Da “il Gazzettino” di lunedì 10 gennaio 2011

CAI CITTA’ DI FIUME, 125° IN “ESILIO”
di Adriano Favaro

L’idea venne ad un viennese, l’architetto Ferdinand Brodbeck, appassionato di montagna, impegnato in quei mesi nell’edificazione del nuovo teatro comunale. Costituire un club alpino in una città di mare poteva apparire un’eccentricità. In Italia il CAI era allora costituito da nemmeno cinquemila soci, sparsi in 26 sezioni (nel Veneto erano solo quattro: Agordo, Auronzo, Verona e Vicenza; in Friuli-Venezia Giulia tre: Udine, Gorizia, Trieste).
Ma la passione per la montagna era per i cittadini di Fiume un collante potente quasi quanto la Koinè culturale italiana che si manifestava, prima di tutto, nell’uso della lingua di Dante e Manzoni, loro riconosciuto dal Regno d’Ungheria al quale la città, di grande tradizione marinara e industriale, era sottoposta fin dal 1776.
Ai primi soci fondatori, trenta, se ne aggiunsero nel giro di pochi mesi altre decine e fu così che sul finire del 1885, 125 anni fa esatti, il sodalizio poteva vantare 130 iscritti, numero destinato a raddoppiare nel giro di soli tre anni.
Di pari passo cominciarono anche intense relazioni con soci esterni sparsi da Budapest a Venezia e con sezioni del Club Alpino Italiano, sodalizio ai cui convegni annuali l’associazione partecipava e al quale avrebbe aderito nel 1919, quando la domanda della sezione fiumana venne accolta, prima ancora che la città fosse annessa ufficialmente al Regno d’Italia.
In 125 anni di vita, la sezione di Fiume del club alpino ha vissuto, attraverso i suoi iscritti (che presieduti dal matematico “padovano” Tomaso Millevoi, sono oggi tra soci effettivi ed aggregati circa quattrocento) pagine alpinistiche ragguardevoli e capitoli di storia dolorosissimi (l’esodo dalla propria terra con l’abbandono forzato di ogni avere all’indomani della conclusione della seconda guerra mondiale). I suoi soci – i “vecchi” fiumani per nascita ai quali si sono aggiunte nuove generazioni – continuano a ritrovarsi per “fare” insieme cose e cammino. Così è nato nel 1964, all’ombra del Pelmo, dalla trasformazione di un’antica malga, il rifugio Città di Fiume.
“Non tutti ricordano dov’è Fiume, spiega Dino Gigante, ex presidente della sezione. Coloro che lo sanno la collocano più nella storia che nella geografia, più con D’Annunzio che al terzo vertice, dopo Trieste e Pola, di quel triangolo rovesciato che è l’Istria”.
“Una città – prosegue Gigante – che l’Italia aveva ottenuto a fatica, dopo la prima guerra mondiale e che ha perduto dopo la seconda, quando più del novanta per cento dei suoi abitanti fu forzata a lasciarla”.
E le vicende di Fiume conducono a una domanda: “Cos’è una città? – continua Gigante – le case, le chiese, le strade, il porto, le fabbriche…..insomma l’urbus oppure gli uomini che vi vivono, che vi hanno formato una loro civiltà, la civitas, appunto?”
“Tutte e due insieme, ovviamente – afferma Gigante – le cose e gli uomini. Ma quando sopravviene una cesura violenta tra questi due termini, tale civiltà può ancora esistere?”
La risposta sta a 1917 metri sul livello del mare, in comune di Borca di Cadore.
“Forse in quel rifugio sotto il Pelmo – conclude Gigante – può e deve esserci almeno un’immagine della civiltà fiumana”
All’interno del rifugio, restaurato a cura della sezione tre anni fa, mappe dell’Istria e delle sue montagne e una piccola galleria di foto d’epoca: immagini dei sei rifugi “perduti” che il Club Alpino Fiumano gestiva in quella che oggi è Croazia.
Fuori una lapide li elenca tutti, mentre sui pennoni, dietro ai quali non appaiono i profili di Cherso e Veglia, ma quelli del Pelmo e Pelmetto e, più in là, del Civetta e della Marmolada, sventola, a fianco della bandiera italiana, il vessillo della città di Fiume, con l’aquila poggiata su una cornucopia dalla quale sgorga copiosa l’acqua. E un motto: “indeficenter”, senza mai venir meno.
Fiume si dice Rijeka, in Croato; in ungherese, un tempo, Szentvit e oggi Fiume. In sloveno Reka; in tedesco Sankt Veit am Flaum (S. Vito è il patrono della città); in friulano – come specifica Wikipedia – Sant Vit di Flum o Flum dal Cjarnar.
 
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view post Posted on 18/2/2015, 19:00
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https://digilander.libero.it/comunedifiume/cai.htm

Il CAI sezione di Fiume

Elenco dei soci (112)

Tratto da Gli Argonauti del Carnaro di Attilio Prodam, pag 455
con l'anno col quale, senza interruzione, fa parte del Club.

Abramovich Giovanni 1908
Antoniazzo Vincenzo 1909
Baccich avv. dott. Icilio (Bacci) 1907
Bartolin Stefano 1914
Souczek Federico (Battiala) 1914
Bellasich avv. dott. Salvatore 1908
Benco Ernesto 1906
Blasich Guido 1906
Brazzoduro Belino 1899
Ceresatto Luigi 1908
Chiopris dott Arturo 1906
Chiopris Carlo 1908
Conigi ing Carlo sen 1885
Conigi ing Carlo jun 1906
Copetti Giorgio 1909
Cossutta Giusto 1906
Currelich Diego (Curelli) 1903
Demarmels Giovanni 1907
Depoli prof Arrigo 1908
Depoli prof Attilio 1907
Deopli Guido 1902
Drencin Germano 1907
Derenzini Felice 1907
Descovich Bruno 1910
Dolcetti Giuseppe 1910
Flaibani Gino 1907
Fletzer Ferdinando (Flezzani) 1913
Fonda Umberto 1909
Fürst Ervino 1906
Gherbaz Bruno 1913
Gigante Riccardo 1908
Goidanich capit Giuseppe 1907
Grossich dott Ruggero 1914
Host-Venturi Nino 1914
Intihar Giovanni 1909
Jugo Enrico 1912
Karpaty Giorgio 1913
Kucich Benedetto 1909
Lasinio de Gino 1912
Lenaz Casimiro 1906
Lenaz Nicolo' 1906
Leoni Iginio 1913
Linda Celestino 1910
Linda Umberto 1910
Malatesta Antonio 1901
Malusa Dante 1906
Mattersdorfer Alfredo (Mattei) 1907
Merlak (Merlacchi) Gino 1911
Meroi Luigi 1914
Mini Ariosto 1904
Mittrovich Gustavo 1908
Morovich Alfredo 1901
Nossan Guido 1914
Ossoinak Andrea 1904
Pagan Ida 1907
Pagan Umberto 1907
Papetti Umberto 1910
Pauletig Giovanni 1912
Paulovatz Paolo 1913
Paulovatz Rodolfo 1902
Persich dott Otello 1910
Poli Vittorio 1907
Prelz Edgardo 1909
Premuda Guido 1910
Riccobelli Lodovico 1887
Rippa Ettore 1913
Rizzi Giovanni 1902
Rocca Antonio 1901
Roselli Adriano 1907
Rustia Pietro 1913
Saftich Marino 1904
Seberich Dante (Severi) 1914
Segnan Baldassarre 1910
Segnan prof Vito 1911
Serdoz Armano 1914
Serdoz dott Mario 1905
Serdoz ing Romualdo 1907
Silenzi Melchiore 1888
Sillich Paolo 1908
Simper Giovanni 1891
Sirola Giovanni 1893
Smoquina prof Antonio 1902
Sobotka Erna 1906
Spetz-Quarnari dott Leo 1908
Stanflin Germano 1902
Stanflin Oscar 1906
Stangher Antonio 1912
Sterk Andrea 1908
Sumberaz Oreste 1914
Superina Antonio 1913
Tagini Antonio 1910
Tagini Giovanni 1910
Tomsich Giovanni 1913
Tomsig Arturo 1905
Tonsi Antonio 1910
Valentin Antonio 1913
Vezzil Antonio 1906
Vezzil Benvenuto 1909
Visintini Giorgio 1904
Vittori Manlio 1910
Vittori Riccardo 1913
Walter Ernesto 1914
Wolf prof Antonio 1904
Wollner Marcello 1907
Zabrian Francesco 1912
Zalcharides Gustavo 1885
Zanutel Antonio 1902
Zefran Francesco 1901
Zengerle Vito 1906
Zuliani dott Giuseppe 1912





https://digilander.libero.it/comunedifiume/miceto.htm

Mittrovich Gustavo (Miceto)

Uno dei 9 figli di Gustavo Mittrovich e Alessandra Marcovich, nato a Fiume nel 1884.

Socio del Cai di Fiume dal 1908, dall' elenco dei soci da "Gli argonauti del Carnaro" di Attilio Prodam.

Legionario Fiumano, impiegato all'Azienda Servizi Pubblici, Brigadiere del 3o Regg.to G.N.R.

Venne fatto prigioniero a Passiacco (Istria) il 3.5.1945, e, preso a caso dal gruppo dei prigionieri, fucilato.


Testo preso a pag 126 dell'Albo dei caduti di Fiume del 1984 a cura dell'Associazione Libero Comune di Fiume in Esilio

Si trova anche sulla proposta di legge 1565 o sulla [ Cache ].
 
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